giovedì 6 novembre 2008

CORIANDOLINE







Ogni tanto leggere belle notizie fa bene al cuore, in questo articolo si parla dello stesso argomento che mi aveva incuriosito e affascinato un paio di mesi fa:
Bambini ARCHITETTI - IL QUARTIERE CON LE CASE ANTI-MOSTRO
A Correggio, in provincia di Reggio Emilia, è nato «Coriandoline», un posto speciale dove i più piccoli hanno guidato gli adulti professionisti. Quella cittadella a misura d'infanzia è un'isola felice che riconsegna ai bimbi la loro creatività e promette un futuro migliore per vivere con gioia la quotidianità
Arianna Di Genova
In tempi così punitivi per l'infanzia e l'adolescenza, dove i cinque in condotta sono pronti a fioccare e ragazzini con colletto bianco inamidato e grembiuli dovranno marciare in cortile nella loro (unica) ora d'aria - è questa la scuola che si prospetta nel nostro immediato futuro -, l'esperienza portata a termine a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, è un'isola felice. E soprattutto vale come una promessa per una rinascita possibile del «bambino creativo» che tanto abbiamo amato perché in lui riconoscevamo un individuo originale, in grado di autodeterminarsi e inventare un mondo diverso. Proprio lì, in una terra che prima era solo aperta campagna, si inaugurerà il 16 settembre il quartiere Coriandoline, un progetto fortemente voluto dalla cooperativa degli abitanti Andria. Il quartiere è disposto a ferro di cavallo e si snoda fra via Malaguzzi e via Rodari (l'errore che fa virare la realtà, le storie all'incontrario, gli inciampi linguistici che diventano meravigliosi racconti....): è qui che si sono trasferite circa venti famiglie di qualsiasi tipologia sociale e età. Il complesso architettonico si presenta come il bosco di Hansel e Gretel senza però streghe cattive né vegetazione inquietante che toglie la luce e spezza il respiro: le case sono colorate, celesti, verdi, arancioni, sfoggiano forme fantasiose e le loro facciate sono spesso trasparenti. Chi vi soggiorna, infatti, deve poter guardare fuori, scoprire la neve che cade o individuare al volo un amico che passa in bicicletta. Esiste addirittura una piazza per la comunità (che non è un centro commerciale) e la strada è esclusivamente pedonale, rispettando uno dei parametri descritti dai bambini, «noi vogliamo vivere in un quartiere non trafficoso....». È un posto speciale Coriandoline , un po' fiabesco, un luogo fatato che nel corso di tredici anni di ricerche ha accolto le esigenze di settecento bambini delle scuole materne, dai tre ai sei anni. Gli adulti, consapevoli delle loro professionalità, hanno dovuto compiere un solo sforzo: disporsi all'ascolto non distratto. Nel tempo, si sono susseguiti laboratori, mostre, dibattiti, notti e pomeriggi di prove: il tutto in compagnia di architetti, pedagogisti, paesaggisti, ingegneri, scrittori, artisti, insegnanti e piccoli alunni, per giungere all'invenzione di una «abitabilità» da sperimentare ogni giorno, messa in opera da una nuova tribù di cittadini. I lavori per il quartiere «in carne e ossa» sono iniziati nel 2003, l'anno scorso sono stati ultimati quelli esterni - giardini e arredo urbano - e adesso, con l'estate agli sgoccioli, la città di Correggio può concedersi di festeggiare il desiderio esaudito. Il Genio di Aladino, per una volta, è stata la voce dei bambini. «L'adulto dimentica com'era quando era piccolo...», dice Laura Malavasi, pedagogista della cooperativa sociale Argentovivo che ha collaborato attivamente a tutte le fasi del progetto. È giustamente orgogliosa che Coriandoline oggi esista davvero, che i media stranieri invadano Correggio, che quel quartiere rappresenti l'utopia di una società «a misura umana». Il Peggy Guggenheim, nel 2001, ha conferito al quartiere un premio per la sua capacità di interpretazione poetica del quotidiano. «Il nostro progetto è stato 'matto', molto fantasioso. In realtà, quella prospettiva si è dimostrata una strada percorribile. Abbiamo perseguito un obiettivo che in fondo era a portata di mano: compiere una serie di interventi urbanistici che fanno riferimento a un sapere adulto utilizzando anche le conoscenze dei bambini. Ci vuole un'autentica capacità di ascolto e la volontà di mettersi in gioco. I bambini producono pensieri e ipotesi con soluzioni molto intelligenti. Il nostro punto di partenza è stato il loro 'parametro' e, alla fine, è stato qualcosa che è servito pure ai grandi. Seguire le loro esigenze ha significato creare un contesto umano migliore per tutti». Nel quartiere Coriandoline , le case sono state messe in vendita normalmente, con prezzi però sostenibili, senza speculazioni e con l'appoggio della Regione Emilia Romagna. Alla fine, le famiglie che vi sono andate ad abitare non hanno nulla di eccentrico: alcune hanno figli, altre no; ci sono quelle molto giovani, altre meno; qualcuno è single. Non siamo in presenza di una realtà urbana elitaria, ma di un nucleo di edifici, forse bizzarri per il loro aspetto inconsueto, però ampiamente vivibili per tutti. La parola affettiva ed emotiva che ha guidato e sorretto il team di esperti durante gli anni della ricerca teorica è stata «passione». La pedagogista Malavasi ci tiene molto a sottolinearla e a ripeterla perché «il viaggio verso Coriandoline non è stato sempre fantastico, ma abbiamo sempre creduto che avere una buona idea sia già un inizio brillante...». Il primo atto di coraggio - e oggi sembra davvero eroico, di fronte al desiderio di bacchettare, ammaestrare e incanalare le energie infantili, piegando ogni guizzo libertario con una disciplina autoritaria - è stato quello degli adulti che hanno accettato di farsi prendere per mano dai più piccoli. «È stato un grande esercizio di cittadinanza per tutti, dove i bambini hanno potuto acquisire il diritto al rispetto». Un esercizio di fiducia reciproca di forte impatto simbolico: un quartiere disegnato insieme a chi ci dovrà crescere è un impegno democratico non irrilevante. L'idea vincente è stata quella di una qualità di vita migliore, non impossibile. In mezzo, c'era il deserto italiano della cementificazione selvaggia delle nostre città e la triste cronaca del bambino inascoltato. Due dati che sono stati sconfitti a Correggio, grazie al lavoro congiunto di professionalità differenti che non hanno mai smesso di dialogare. Tredici anni di lavoro vissuti spericolatamente e in controtendenza: un elogio alla lentezza e alla ostinazione del perseguimento dei propri obiettivi, una volta decretato che erano quelli giusti. «L'importante era ascoltare il bambino e le sue proposte evitando di anticiparlo. Bisognava stare in silenzio, senza dare indicazioni...», racconta Malavasi. La vera sfida è stata quindi resistere alla tentazione di avere già in tasca la soluzione e non riprodurre l'espediente della «finzione»: porgere un orecchio al più piccolo sperando che finisca presto di parlare per poter agire liberamente secondo i propri parametri, calpestando tutto il resto. Ma chi ha «battezzato» il quartiere? Il nome Coriandoline non nasce direttamente dalle frasi dei bambini ma si riferisce ai coriandoli carnevaleschi per la loro vivacità e anche perché, quella cascata di colori diversi sono una bella metafora della differenza di culture e esperienze. Le case rispecchiamo ognuna un desiderio infantile: la cosa più richiesta dai bambini era di inserire nelle facciate l'elemento della trasparenza, un modo per stare al ripare e nello stesso tempo partecipare alle attività del mondo esterno. Poi, molti alunni hanno richiesto stanze morbide dentro (gli affetti) e dure fuori, resistenti alle intemperie, ma anche alle possibili invasioni di mostri. Per questo, su alcune villette sono state costruite delle trappole per i cattivi. A rendere più gioioso l'impatto di Coriandoline ci ha pensato un maestro come Emanuele Luzzati (scomparso l'anno scorso), che ha decorato con le sue creature magiche facciate e finestre delle singolari abitazioni.
Non e FANTASTICO??? IO VOGLIO ANDARE AD ABITARE LI...

11 commenti:

Pellescura ha detto...

Il quartiere dei sogni, peccato che la realtà così com'è è tutt'altro che un bel sogno...

Io con me e me stessa ha detto...

Avevo visto il servizio al TG tempo fa. Sembra veramente il quartiere dei sogni!

AndreA ha detto...

Stranamente qualche settimana fa ne avevano parlato al TG1 ...

Un bacio, buona giornata!! :-)

Damiano Aliprandi ha detto...

Piacerebbe anche a me vivere lì, ma come dice il buon Pietro è solo un sogno...scusami ma è un periodo di forte pessimismo...

Gabryella Costa Fdd ha detto...

Conosco,conosco,conosco, questa è la riconferma a quello che ti avevo scritto sul mio blog in risposta al tuo commento e che ora sono PROPIO FELICE,di riportarti qui:
RAI UNO RAI DUE,due nostre reti,pagate da noi MA COMPLETAMENTE A$$SERVITE al cainano,non è una novita',tantè che di rai uno NON seguo nulla, di rai due alcuni programmi come ad es.santoro,tutto il resto, news comprese sono demandate a rai tre e rai internationals sul web,x il resto meglio ignorarle -
rai tre offre una cosi aLta gamma di programmi da seguire fin dalle primissime ore del mattino,compresi i collegamenti alle rai regioni che NON abbiamo bisogno delle altre due reti rai asservite e piegate a 90° alla destra di Berlusconi,compresi di tutti i giornlisti,che sono i primi lecchini leccaculo e quindi manipolano o addirittura non danno notizie che il cainano non voglia!!

E io ho visto in piu occasioni su raI TRE,nel primo pomeriggio,nei programmi dedicati ai ragzzi e ai bambini un ampio servizio dedicato e se non ricordo male gia' anni fa il programma della domenica di rai tre Okkupati,
(x il cercalavoro colelgato al sito rai)
ne parlo' ampiamente,come vedi solo rai tre è rimasta a fare una vera tv di servizio ai telespettatori,e visto che paghiamo il canone,per rai tre mi sta bene per rai due cosi cosi,rai uno potrebebro benissimo sopprimerla(x me)compresa la soppressione di persone come Vespone vespa,che non serve a nulla che non sia legato alla sponsorizzazione dei suoi libri o di qualche giallo alla "Cogne"manaiera che deve sponsorizzare nel mero tentavito si salvare i killer ma che come sappiamo ogni volta che questi giornlisti ci mettono mano anzichè aiutarli li fanno condannare,possibile che nessuno capisca quanto persone come il direttore del tg o di vespa portino sfiga???oppure forse il suggerimento a Vespa glie lo da la moglie,che è un magistrato,ma anche in questo caso è evidente il grossolano errore che commette-Poi che trasmissioni come la sua abbiano share ottimali poco importa,quel che conta è che non servono a nulla e nessuno se non ai diretti interessati,chiaro il concetto?ciao calendula
gabrybabelle

Silvia ha detto...

Ma è una cosa meravigliosa di cui non avevo sentito parola!!! Bisognerebbe incentivare iniziative del genere, per migliorare lo stile di vita di tutti...

Ohh, come vorrei vivere anch'io in un luogo così!

;-)

Anonimo ha detto...

ma è meraaaaaviiiiglioooosoooo :), voglio andare ad abitare lì anche io...che bello lasciarli parlare senza anticiparli....vedi che significa dare fiducia ai più giovani ;))...mi hai dato una bella notizia...ora scappo che ho un mal di testa, che non mi fa vedere le scritte..uff...che condanna noi donne....capisci a me ;)
Buona serata
Un bacione

calendula ha detto...

@Pietro: lo so però bisogna pur incominciare ...no?
@ Katiu: si al tg facevano vedere tutte le parti era incredibile..
@L'incarcerato: dai su !!! bisogna credere nel miglioramento e piano piano...
@Andrea: ogni tanto al tg dicono qualcosa di decente
@ Gabry: IO CONFESSO NON PAGO IL CANONE....
@ Silvia: è la stessa cosa che ho pensato io speriamo che sia contagioso!!!
@Luana: ahi capisco.... io e Trattalia lo chiamiamo ZORRO !!!AHAHAHAH

Colei che... ha detto...

Hce bel progetto! La trappola per i mostri è fantastica! :D

Anonimo ha detto...

eh si... proprio il quartiere dei sogni.

Viola d'Ondariva ha detto...

Ma dai che bella cosa! Non sapevo che esistesse un posto così nella mia regione! Davvero una bella idea!