Di punto in bianco dopo 82 anni di vita attiva e serena, la malattia ti prende il cervello e ti fa vedere cose che non esistono, cose che non sono, non riconosci più gli amici dai non amici, vedi complotti, parli e dici cose che fanno accapponare la pelle... i tuoi figli non ti riconoscono più, e sebbene il tuo fisico sia forte e caparbio, la tua mente non risponde più, nei momenti di lucidità cerchi di riscattarti, ma nei momenti di follia diventi addirittura violenta... scossa e in lacrime ti vedo fare le valigie andare a stare in una " casa di riposo" ti vedo abbattuta, quasi inerme, disorientata mentre scegli i vestiti da portare mentre devi scegliere cosa portare con te di 80 anni di vita.... decidere quali foto si e quali no... guardi un'ultima volta il giardino che per tanti anni è stato il tuo orgoglio, e ti accingi ad abbandonare la casa che hai contribuito a costruire che hai mantenuto in vita, che verrà venduta sicuramente spianata per fare posto a qualche anonima e orribile palazzina con tanti posti auto.... ti guardo e mi accorgo che alla fine quella che si aggrappa con disperazione ai suoi capisaldi: tu e la tua casa con la pianta di limone e le rose con le caramelle al latte e le tue ciambelline e le tue risate per tutto o niente sono io. Mi accorgo che alla fine quella che non capisce perché è dovuto accadere tutto questo sono io.... alla fine il gatto che si lega indissolubilmente alle proprie abitudini sono io.
ALLA FINE IL GATTO SONO IO.
1 giorno fa
17 commenti:
buongiorno cara!
bello questo post anche se c'è un po' di tristezza ... la vecchiaia cambia le persone e forse se cambiano anche le abitudini è perché le abbiamo ripetute per troppo tempo e quindi è giusto cambiare...
Ad un certo punto mia nonna chiamava sua figlia "mamma".
triste e commovente ...
Capisco la tristezza e l'intensità del tuo post....
ti abbraccio
Cara Calendula, ho chiuso gli occhi ed ho sentito il tuo dolore, ho immaginato i tuoi luoghi, i profumi, la tristezza.
Molto intenso. Ti sono vicina.Syl
so che cosa provi, l'ho provato con mio padre all'ospedale che non riconosceva nessuno, due mesi di agonia, non sapevamo se sperare che morisse oppure che tenesse duro...per fortuna ha tenuto duro, e ancora me lo sto godendo, ogni momento come fosse l'ultimo, di nuovo in piedi e lucido...ha la stessa età, 82, per cui...ho sempre la paura che ogni volta sia l'ultima...
un abbraccio forte
Le malattie fisiche sono indubbiamente dolorose.Ma la degenrazione mentale lo è altrettanto.Fa molto male vedere un proprio caro "mutare" così.
Mio nonno era stato lucidissimo per 93 anni.Negli ultime mesi di vita ricordo che cominciava a dire cose prive di senso...poi è morto.
Mi manca, ma è stato meglio così.Lui non avrebbe mai accettato di vivere non lucido ed autonomo.
Molto vero e comovente...
Grazie, Giulia
:(
davvero commovente... una storia in cui le foto ingiallite diventano quasi il presente
Clelia
ma non ti far mettere la lettierqa in bagno !
Ciao Calendula,
purtroppo la malattia rende inermi e fa diventare irriconoscibili anche le persone che amiamo di più. E' la vita, ma è così difficile da accettare!
Per quanto riguarda i tuoi commenti su Colorare: certo che puoi usare le immagini della Barker, non ho mica l'esclusiva! (ehehe, magari)
Poi, ho già programmato di andare a vedere i Preraffaelliti a maggio... non vedo l'ora...
Buon fine settimana e coraggio... cerca di ricordare i momenti più belli trascorsi con la persona a cui hai voluto così bene!
mia cara...
un'abbraccio.
Condivido molto Guernica. Io per primo non vorrei vivere non lucido. Un post che stringe le pareti del cuore producendo un dolore di sofferenza e la voglia di abbracciarti.
Lacrime e pelle d'oca.
Capisco perchè l'ho provato anche io con una mia cara zia. E' iniziata 15 anni fa e ora è chiusa nel suo mondo impenetrabile.
Loro non ci riconoscono più, ma è più difficile pe noi che non riconosciamo più loro.
Ciao cara, mi dispiace tanto. E' un grande dolore quando i nonni si confondono, confondono la realta' e non riconoscono piu'. E' un grande dolore.
Un bacio e buona domenica.
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